mercoledì 15 aprile 2009

SILENZIO



Meglio tacere. Scossi dai recenti fatti abbiamo interrotto il blog. I moti tellurici ci hanno destabilizzato. E il blog si è fermato. Intanto “She’s gone” sembra avere avuto delle evoluzioni fuori dal sound, e le trame drammatiche di amici troppo vicini alla band si sono condensate, anche per via del drammatico terremoto; sono storie lunghe e cose difficili, ma sempre vicende sanabili con un po’ di tempo, mentre l’Abruzzo sanguinerà per un bel po’. La vicenda è ricca di spunti. Le case costruite con i risparmi di una vita, che seppelliscono vite uccise non solo dalla natura ma anche dai risparmi eccessivi di costruttori che non tengono fede ai loro impegni civili, se pure dovrebbero essere anche questioni di deontologia e professionalità. Il progresso? I soldi e i consenso. Lo Stato sembra comportarsi bene, ma i problemi restano, l’immagine è importante e gli sciacalli sono quelli che hanno rubato sul mattone e non sotto le macerie. L’apparenza inganna, ma questa è ancora la società dell’immagine. La nuova era sta iniziando. Da domani continueremo a parlarvi delle registrazioni e di “Pop 2.0”, Ma prima un po’ di silenzio. E l’orrore del cuore…

2 commenti:

  1. non so più dove arriveremo

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  2. ... trovarsi sull'onda, una cresta di pietre che vibra. L'onda che ti porta in alto ed è vertigine. Dimentichi di stare sull'onda quando la vista si nutre di immagini, mediateche contorte che mozzano il fiato. Scende, l'onda ti assorbe, gli odori tornano al naso, sei tu nel mondo, smetti di guardare. Sei dentro. L'onda ti trasporta senza sapere dove andrete, in fondo, ancora. E' l'onda che va giù. In fondo, potresti ritrovarti sulla spiaggia o schiantato tra gli scogli se fosse d'acqua. Ma è la terra in cammino che porta un suono cupo di emozioni infrante, un'acustica distorta che a volte trasforma il senso in suono, la carne in lacrime, i ricordi in sogni. Un'energia della quale il pianto oggi segna la forza.

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