sabato 29 agosto 2009

CLICK...

L'estate è andata. Una stagione dal ritmo solare, ma anche dai movimenti lunatici. Arrivi e partenze, e viceversa. Albe e tramonti. Birre a gogo, e un'innaffiata di Jameson, Mojti e altri intrugli. Contorni di note da ricordare. Nel mezzo anche qualche amrezza che tornerà in gola. Intanto si fatica a riacciuffare la normalità. Restano tante sensazioni dicotomiche e un po' di scene Racconteremo tutto, ma proprio tutto, Per il momento un po' di foto, poi si vedrà. Anzi sentirete...




mercoledì 17 giugno 2009

THE NEW LEVEL



Start. Si parte. il disco “Pop 2.0” uscirà ad ottobre, ma il singolo, Ad occhi chiusi, è già on-line. Il pezzo è disponibile in free download, insieme al dubstep-remix realizzato da Knuf, agli indirizzi:
www.popuciaband.com
www.myspace.com/popucia
http://www.popuciaband.com/download/popuciaband_ad%20occhi%20chiusi.zip

Una canzone reggae, che sposa melodia italiana, impegno e tensioni elettroniche riportando in auge gli anni ’90 e un dissenso che è bene non sedare nel silenzio. “Ad occhi chiusi è un brano che nasce con l’idea di descrivere l’imprevedibilità degli eventi e l’irrazionalità degli stati d’animo che ne scaturiscono. Il giorno e la notte fanno da scenario ai rumori che ne descrivono le emozioni”, spiega l’autore Pasquale Grosso, cantante e arrangiatore, oltre che membro fondatore, della Popucià Band.
“Pop 2.0” non è solo il titolo di un cd, ma un concetto più denso e coerente; un progetto che si è sviluppato fino a superare l'uso meramente strumentale del web per farsi linguaggio. Insieme al singolo e al dubstep-remix viene difatti pubblicato anche il videoclip di Ad occhi chiusi, girato e montato da Roberto blind^ Benevento, costruito utilizzando riprese della band e spezzoni di filmati d’epoca, liberi da copyright, presi dalla rete; una dinamica carrellata di scene che campionano il passato per traslarlo nella contemporaneità, emulando sia Ghezzi che il do-it-yourself in voga su youtube, come raccontano queste immagini:
http://www.youtube.com/watch?v=FlAfUgUPrqs
http://www.vimeo.com/5199229

lunedì 15 giugno 2009

STEP BY STEP





L’attimo andava immortalato. La settimana parte in posa. Pronti per l’uscita del singolo e per una serie di altre novità. Non ci si poteva astenere, almeno da questo. “Pop 2.0” parte step by step, prima che sia tardi, prima che l’articolo 60 del pacchetto sicurezza ci faccia boccheggiare più del caldo di questi giorni. La sera va un po’ meglio. I rumori della notte si consumano, sui marciapiedi vuoti senza nome e senza numero; con un po’ di schifo per il fatto di potersi imbattere nelle nuove e orride ronde. Il tempo non può scorrere inutilmente, nel rumore dei bicchieri in cui galleggia la noia. L’attimo è questo e andava immortalato, nel bene e nel male. E qualcuno ce l’ha fatta anche a sorridere…

mercoledì 20 maggio 2009

LA TAZZA MEZZA PIENA?


L’isola? Il giorno dopo “E-Polis” titolava, in prima, “Pigneto, la nuova movida” e poi sottolineava problemi per i residenti e lamentele per parcheggi selvaggi e alcol, chiamando in soccorso le forze di sicurezza. Triste? Sono ben altri i problemi. Lo stesso giorno, in altre riunioni di gabinetto si accendevano altre micce. L’attacco è iniziato. Afi, Aie, Anem, Fem, Fimi, Fpm, Pmi e altri massimi esponenti dell’industria musicale, audiovisiva ed editoriale italiana, hanno scritto una lettera a Nicolas Sarkozy per esprimere apprezzamento sulla legge “Creazione e Internet”, approvata il13 maggio dal Parlamento francese. La normativa è molto severa nei confronti del download illegale, fino al punto di vietare la connessione ai trasgressori, oltre che punirli con pene pecuniarie. Inutile dire che, per conoscenza, la lettera è stata inviata anche a Berlusconi. La sua reazione? Non importa, basti pensare che nel “Pacchetto sicurezza”, le Camere sono chiamate a pronunciarsi anche sull‘articolo 50-bis (ora 60), “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Nel mirino della repressione non c’è solo la diffusione della musica, ma l’intera idea di libertà. Il contenuto? Se un cittadino che scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. La violazione comporta una sanzione dai 50.000 ai 250.000 euro. Mentre un’apposita commissione penserà ad emulare i francesi entro 60 giorni. Cosa ne verrà fuori? Il marrone. E la Popucià Band, intanto, è quasi pronta all’offensiva. Pop 2.0 è a quasi fuori. I brani? Un titolo a caso? “Chi vuole il silenzio”…

domenica 17 maggio 2009

L’ISOLA



Mai varcare il confine. Qui c’è pace. Ci sono gli odori e i sapori del mondo. Il tempo è scandito in unità differenti. Quando tramonta il sole? Quando i vicini pregano in arabo. E poi ogni sera è festa, è incontro, è diversità. È difficile varcare la soglia dell’isola. Per quello c’è il web (I brani hanno navigato verso Londra in cerca di mastering). L’umore è quello che suggerisce il termine comunità spontanea, con tutti i nessi consequenziali. Pigneto state of mind. Un quartiere che è gusto e incroci, un posto che, come già detto nei primi post di questo blog, ha stimolato Pop 2.0 e la band donando uno spazio vitale. Qui le costrizioni del precariato hanno preso una struttura stabile, un assetto nuovo, un equilibrio ideale che non ha oscillazioni, solo passi, dialoghi, gusti, convivenze, e naturalmente qualche controsenso coniugabile con le parole prezzo e moda; ma l’imperfezione completa e salva dal paradiso. Ieri c’erano amici, nuove conoscenze, luppolo commerciale, vocio, gioia, casualità e notte fonda. Oggi ripercorrere la strada a ritroso è strano. L’afa riscalda anche il cuore, in fondo. I bicchieri lasciati sui muretti fanno venire il voltastomaco e qualche scrupolo di coscienza. Qualche atleta è già con una 66 in mano. Il Circolo degli Artisti, giusto fuori dal confine, è mercatino, trend, aggregazione e un’occasione per vedere i propri demoni trascritti sul cotone: “I’m an intellectual so I need to drunk a lot”. Poi, verso casa assieme a un cane, anche lui senza padrone. Stasera? Al Dimmidisì suonano i KGB, che con Popucià hanno condiviso lo studio di Jeff Albertson (l’uomo dei fumetti). Ma è così difficile uscire dall’isola…

giovedì 14 maggio 2009

DOVE STA LA CRISI?



Dove si era rimasti? Roma. La fatica in studio è terminata; adesso iniziano i problemi. Se prima gli scontri erano artistici e interni, ora la diatriba sembra esterna e socio-economica. Aiuto! La parola crisi è diventata ridondante e si sente anche troppo. Ieri, Casino Royale in concerto. Struttura low-budget: niente band, solo voci e un dj da trema-terra. Platea esigua. Mentre, la scorsa settimana, Marco Carta(carbone) ha dovuto posticipare il suo show romano per ragioni di ordine pubblico: il palazzetto capitolino all’Eur non era abbastanza capiente. C’è crisi? Certo, ma non sembra economica, o almeno non solo. Che siano fattori prodromici? Il morale è basso. Pronti al peggio. Poi, però, ci si guarda in faccia. Si riascolta il master. Si prende forza. Si cambia canale. Intanto la mania delle citazioni musicali anni ’80 non si arresta. Magari c’entra qualcosa con i talent show e con un ritorno di certi modelli. Nulla è da escludere. Forse tocca rispolverare anche i ’90. Dargli un senso e un proseguo, con le dovute distanze. Tanto ormai siamo sempre più vicini. C’è il web. La ciclicità dei tempi. L’eco di un suono. Ed anche il presente. Pop 2.0 in sostanza. E tanta strada…

lunedì 20 aprile 2009

DAI GIORNI IN STUDIO...



Tra dentro e fuori. Sono angoli complementari. Ci sono quelli retti, uguali, precisi, come due metà di una stessa mela, come naturale armonia d’amore e utopia. Dove? Qui intorno se ne vedono solo di reali, di acuti e ottusi che si completano in dinamiche in cui la diversità è forza. C’è la melodia, come la cruda e graffiante dissonanza tonica. C’è la tolleranza, ma anche l’orgoglio aggressivo. Ma tutto poi arriva ad una somma perfetta. Basta riempire i vuoti con ciò che è fuori dal proprio angolo. Intanto, fuori, le diversità si scontrano. Risse coi colori del Milan imperante. Mazze e bastoni. Università. Cordoni. E il monopolio della forza come arbitro che attenua con violenza ogni spiraglio di libera autodeterminazione collettiva, poiché non tesserata al regime del consenso alternato. Tocca puntare più in là. Reagire. Come uno sparo ad occhi chiusi. Bang, band. Fuoco. Riempire il rumore. Sapore. Istinto che abbandona la ragione. Tocca vivere il dolore e l’amore. Vivere. Gli angoli si compongono. I gradi si completano. Dentro c’è un’altra canzone. Un pugno chiuso. Unione circolare. Nucleo. Energia. Un gruppo. Forze che si compattano. Tra dentro e fuori.

mercoledì 15 aprile 2009

SILENZIO



Meglio tacere. Scossi dai recenti fatti abbiamo interrotto il blog. I moti tellurici ci hanno destabilizzato. E il blog si è fermato. Intanto “She’s gone” sembra avere avuto delle evoluzioni fuori dal sound, e le trame drammatiche di amici troppo vicini alla band si sono condensate, anche per via del drammatico terremoto; sono storie lunghe e cose difficili, ma sempre vicende sanabili con un po’ di tempo, mentre l’Abruzzo sanguinerà per un bel po’. La vicenda è ricca di spunti. Le case costruite con i risparmi di una vita, che seppelliscono vite uccise non solo dalla natura ma anche dai risparmi eccessivi di costruttori che non tengono fede ai loro impegni civili, se pure dovrebbero essere anche questioni di deontologia e professionalità. Il progresso? I soldi e i consenso. Lo Stato sembra comportarsi bene, ma i problemi restano, l’immagine è importante e gli sciacalli sono quelli che hanno rubato sul mattone e non sotto le macerie. L’apparenza inganna, ma questa è ancora la società dell’immagine. La nuova era sta iniziando. Da domani continueremo a parlarvi delle registrazioni e di “Pop 2.0”, Ma prima un po’ di silenzio. E l’orrore del cuore…

mercoledì 1 aprile 2009

COSA C'E' CHE NON VA?



Scontri. La giornata parte così. Ci vorrebbe un’ascia per tagliare la tensione. Portare avanti un matrimonio è difficile, figurarsi se ad essere sposate sono 9 persone e non semplicemente due. Il vincolo è tormento e gioia, a frequenze ritmiche, in fasi alterne. Oggi i (semi)muti disaccordi prevalgono sugli accordi. Fuori splende un sole che fa sbocciare la primavera; ma dentro lo studio di via Giardinetti una tundra avvolge l’equipe e la sintonia fatata delle anime resta in stato vegetativo. Chi è più forte? La musica: ha vinto lei. “Al contrario” è una botta. Energia. Punk inside. Più che essere un semplice pezzo rock è una roccia. Un sasso che si scaglia contro una vetrina. Errori di sistema che vengono pagati da un vetro, forse, addirittura, da uno specchio. Le cose girano così. La coerenza latita, e chi la cerca resta vittima di istinti che redimono la rabbia trasformandola in reazione, forse ingiusta, ma mai a testa bassa. Bene e male. Amore e odio. Testa contro testa. Scontri. Era tutto nel karma che ha mosso l’ispirazione. Il brano è chiuso. Il pomeriggio è quieto. È andata. Il mixer resta acceso. Entrano altri accordi.

lunedì 30 marzo 2009

L'ANOMALO



Altre corde. Sono sei quelle della chitarra. Alex è caratterizzante. Oggi gli accordi che ha registrato la scorsa settimana rendono più sapidità. Strano. Ciò che prima sembrava restare in secondo piano adesso si assapora come l’ingrediente segreto, spezzato e speziato, senza il quale la ricetta sarebbe rimasta insipida. Ma non è l’unica anomalia generata dal suo pelettro. Il metal è morto, e per fortuna se i risultati suonano così. La timidezza è la sua forza. Una grinta non invasiva che sottolinea momenti, alzando il livello. Uno spessore costruito sulla discrezione. L’eccezione non si limita a confermare al regola, ma ne detta di nuove. La gravità è una forza. Ed è l’unione a farla. Niente succede per caso. Un sound è il prodotto di norme e devianze. L’eccezione è, dunque, genialità; non c’è dubbio, almeno adesso. Del resto ieri è lontano. E la bussola punta più in là. Si va oltre le convenzioni.

giovedì 26 marzo 2009

CORDE



Un numero? Il cinque, quello delle corde del basso. Un altro? L’uno dell’inimitabilità: Giovanni è insostituibile. Le sue linee sono il perno. Decise, energiche, funk, precise. Lo scheletro che ha disegnato regge tutta la baracca. E lui ride, balla, canta, osserva, incita. propone, collima, segue e abbraccia ognuno dei personaggi coinvolti con attenzione e cordialità. Se fosse un organo della creatura “Pop 2.0” sarebbe il cuore. Il suo sound pulsa. La sua energia alimenta ciò che scorre e sgorga. Il suo calore è vita, amore. Il cardiaco San Giovanni Bassista. Il solare siculo che porta il sole fino a qui giù, e ancora oltre. Irradia energia. E tutto cresce di intensità. La sua forza sta dentro, nel profondo. I problemi restano, magari. Ma sono questioni buttate nell’angolo, alle corde di sto ring. Si combatte. Più forti che mai.

mercoledì 25 marzo 2009

ADESSO



Ieri è lontano. Oggi è tutta un’altra musica. Le registrazioni mattutine stupiscono. Dopo qualche apertura e una serrata ideologica, le vocali trovano punti medi. “Quando la mano trema” non ha esitazioni. Funziona. C’è stupore nell’aria. I sorrisi illuminano lo studio. Le pacche sulle spalle diventano carezze, gesti fraterni di una famiglia riunita in prossimità di un capodanno ideale. Pizza e birra, come se fosse un sabato da tredicenni; del resto l’urgenza e l’entusiasmo sono quelli di un’eterna adolescenza. Poi, di nuovo nella cripta. Si registra a porte chiuse e a cuore aperto. È il momento di “She’s gone”. Trovare il mood e armonizzarsi al karma generato dal pezzo ricompone cose difficili da respirare. Si vira su “Al contrario”, perché senza lacrime l’atmosfera è secca. Necessita innaffiare il tutto. Ci vuole più sangue.

martedì 24 marzo 2009

E' LUI



E l’anima? Per toccare il punto più profondo di Pop 2.0 tocca scavare. Il fulcro è nel web. L’imperativo, però, è uscire dalla rete. Bio in questo è esemplare. Lui non è un ragazzo myspace. Certo, la band lo ha conosciuto lì. Gli ha commissionato un remix, e la cosa sembra aver portato fortuna ad entrambi. Subito dopo, infatti la sua DubGun Records ha vinto il contest virtuale sul sito di Radio Deejay, sbaragliando gli altri contendenti ed editando di diritto, quindi, la propria versione di “È troppo facile” sui i canali ufficiali in premio. I Popucià, dal canto loro, hanno dilatato attraverso la sua eco l’idea di partenza. Input e output. La presenza di Bio in studio è fondamentale. L’occhio esterno. L’orecchio attento. Il tatto sensibile. La voce tecnica. L’odore dell’amicizia. È arrivato a Roma in aereo, atterrando direttamente in studio. Non aveva mai visto la città, e adesso, a parte il Pigneto, la conosce solo attraverso la visuale di un finestrino. Ha sfondato lo schermo, uscendo dalla rete. Definirlo coinvolto è poco. Lui è la vera anima emergente da Pop 2.0. Non a caso “She’s gone” sarà la hit. Il connubio è troppo singolare. Il percorso è uno solo. La bussola è impazzita. Ed è meglio così.

lunedì 23 marzo 2009

DOPPIO REC



Ancora di più. Arriva altra gente in studio. Le tracce strumentali sono pronte. Basso, batteria, tastiere e chitarra sono già impresse nei trascorsi degli ultimi giorni. Adesso è tempo di parlare. C’è chi vuole il silenzio? Non se ha già sceso queste scale. E, a proposito, gli ingressi nel mondo di Pop 2.0 sono in costante aumento. Oggi anche Blind^ è dentro. E a questo punto i giornalisti sono due: uno scrive dall’inizio dell’avventura, l’altro ha appena pigiato il tasto rec della telecamera. L’itinerario è transmediale. Il viaggio diventa anche film. Le immagini descrivono una periferia diventata epicentro di sogni, di idee, di altri mondi, certo, ma estremamente reali. Domande e risposte. Scene di sobborghi urbani e di pensieri tangenziali. Interviste timide e sapide al contempo. C’è tensione. Dicotomia. La posta in gioco è alta. E nessuno molla la presa. Pensieri, opere, omissioni e perplessità. C’è già tanto dentro questo credo rock. Ma non basta. Le falangi premono tasti con su scritto rec. Il tempo reale pigia sull’emergenza dell’adesso. Oggi. Ancora di più.

domenica 22 marzo 2009

DELIRI



Un caffé? Un altro? Ok. Sottofondo di pause che si alternano. La luce impressiona, come un ricordo lontano nel tempo e nello spazio. Queste registrazioni, e tutta la gestazione precedente, sono sinonimi di viaggio. Di un percorso vissuto a ritroso in diverse profondità che si toccano in levare. Un pugno di entronauti. Anche un po’ alienati, considerato lo stupore che le palpebre avvertono a contatto con il sole. Quattro passi. La porta del bar. Sorrisi da dietro la cassa. Oboli in cambio di cortesia. Strane leggi di compensazione. Ma c’è ancora dell’ovvio che riesce a stupire. Sono giorni che questa caffetteria è diventata luogo di ricreazione, eppure nessuno aveva mai girato l’angolo del bancone. Il primo temerario svolta verso la vetrina. Mignon deliziosi. Deliri alimentari. Cioccolato. Altre strane leggi di compensazione. Nel cuore di più membri dell’equipaggio “She’s gone” è diventata disarmonia ridondante e contundente. Un strana maledizione forse. Ma molto più probabilmente è il suono di cambiamenti necessari. Vecchie canzoni. Una città che non dorme sveglia tutta un’altra musica. Suona la campanella. Si torna in studio. Avvolti dal profumo di casa.

sabato 21 marzo 2009

SOBBORGHI



Periferia. Intorno si muovono altre cose. C’è un coniglio nello scenario urbano che incornicia la porta dello studio. Pasquale lo guarda sorridendo. La proprietaria, una signora sulla settantina, esclama: “Ma tu hai i dred?, belli!”, poi grida “Spartacoooo”. Il figlio, un giovane pluriquarantenne accorre. La sua storia si incrocia al percorso di Lampadred, dello storico e seminale sound One Love Hi Power. Quanto è piccolo il mondo. Tra Kingston e Giardinetti c’è solo una periferia smisurata, oltre a quintali di vibre che finiscono nel sottoscala, tra i cavi e il mixer che sta immortalando questa piccola storia. Diventerà tutto legenda. Epica urbana di periferia.

venerdì 20 marzo 2009

RITMO



Si inizia. Due cose. Basso e batteria. Due persone: Fabio e Giovanni. Note cupe tra cassa e rullante. Il dub è l’intonaco, poi toccherà verniciare con voci, chitarre e tastiere. Saranno tinte forti, policrome, Pasquale, Alex e Salvo sono già in ebollizione. L’astronave sta scaldando i motori. L’equipaggio è pronto al decollo. In studio c’è un altro pugno di uomini. Paolo è la presenza più ingombrante, è discreto ma corpulento. Oltre a lui, c’è Ennio a governare il banco, gestisce i controlli da sempre. Che giorno. Il primo mattino apre questa casa agli occupanti e ai loro suoni. Gli abitanti sono complementari C’è chi si occupa del brainstorming costante e muove i fili con questa bic virtuale. C’entra anche questo. La prospettiva è transartistica, del resto, e coinvolge territori tanto lontani quanto vicini. Bio è arrivato da Torino. Da amico virtuale è diventato carne, ossa, cervello e editing. La sua Dubgun Records non poteva perdere l’adrenalina di questo pop col colpo in canna. Come uno sparo ad occhi chiusi. Puntare. Mirare. Fuoco.

mercoledì 18 marzo 2009

IERI NOTTE


Strade vuote. La città cambia le proprie forme. Ore 2:00. Poche auto. C’è qualcosa di magico in questa passeggiata. Luci gialle. Una patina di poesia urbana che avvolge 5 sensi e li proietta nel vuoto dello spazio da riempire. Il Pigneto quasi tace. Nessun odore di cibo etnico, stranamente, forse le massaie riposano. Un basso sordo viene fuori dal solito portone. Le saracinesche sono serrate. Un bisbiglio sosta sull’uscio del forno; discorsetti ghiotti e nottambuli. In fondo, è una città che non dorme. Come i pensieri sonori che guidano questi 4 passi riflessivi, su questo asfalto multiculturale e bohemien. È la prima zona colpita dalla reazione antiintegrativa, all’indomani del cambio della guardia. Qui mondi diversi si incrociano. Condomini meticci. Sono i vicoli in cui il mondo Popucià sta correggendo il suo andamento, in una traiettoria senza stato che sfiora il reggae e lo trasforma in Dub-gun, tra riverberi e fibrillazioni di una realtà quotidiana che diventa azione-reazione-canzone. Musica in sostanza. E non è poco…

PRIMA DELLA SVEGLIA


Sarà l’entusiasmo. C’è una frenesia in queste stanze. La sveglia è rimasta indietro e la cucina affollata. Oggi e ieri si sono già confusi prima di chiudere gli occhi, del resto. Il giorno chiama. La musica non si è fermata neanche un secondo. Prima della nanna, in chat si parlava di fatti scabrosi avvenuti a Cosenza: la legge è intervenuta durante un concerto alla nuova zenith, uno spazio liberato all’interno del campus universitario. C’è chi vuole il silenzio. E, quindi, aprire la porta dello studio di registrazione prima delle 10:00 ha più senso. Tocca amplificare la reazione, sviscerare il fuoco, reagire. Sarà la voglia di vivere. O, forse, quella di non morire, di non lasciare che tutto accada fuori. Dentro c’è un suono che spaventa qualcuno. Tocca lasciarlo sgorgare. L’impianto è acceso. Il tasto rec e premuto. L’imperativo è quello di immortalare l’attimo. Spinotti inseriti. E le parole non sono in vendita. Il silenzio è fuori di qui.