domenica 17 maggio 2009

L’ISOLA



Mai varcare il confine. Qui c’è pace. Ci sono gli odori e i sapori del mondo. Il tempo è scandito in unità differenti. Quando tramonta il sole? Quando i vicini pregano in arabo. E poi ogni sera è festa, è incontro, è diversità. È difficile varcare la soglia dell’isola. Per quello c’è il web (I brani hanno navigato verso Londra in cerca di mastering). L’umore è quello che suggerisce il termine comunità spontanea, con tutti i nessi consequenziali. Pigneto state of mind. Un quartiere che è gusto e incroci, un posto che, come già detto nei primi post di questo blog, ha stimolato Pop 2.0 e la band donando uno spazio vitale. Qui le costrizioni del precariato hanno preso una struttura stabile, un assetto nuovo, un equilibrio ideale che non ha oscillazioni, solo passi, dialoghi, gusti, convivenze, e naturalmente qualche controsenso coniugabile con le parole prezzo e moda; ma l’imperfezione completa e salva dal paradiso. Ieri c’erano amici, nuove conoscenze, luppolo commerciale, vocio, gioia, casualità e notte fonda. Oggi ripercorrere la strada a ritroso è strano. L’afa riscalda anche il cuore, in fondo. I bicchieri lasciati sui muretti fanno venire il voltastomaco e qualche scrupolo di coscienza. Qualche atleta è già con una 66 in mano. Il Circolo degli Artisti, giusto fuori dal confine, è mercatino, trend, aggregazione e un’occasione per vedere i propri demoni trascritti sul cotone: “I’m an intellectual so I need to drunk a lot”. Poi, verso casa assieme a un cane, anche lui senza padrone. Stasera? Al Dimmidisì suonano i KGB, che con Popucià hanno condiviso lo studio di Jeff Albertson (l’uomo dei fumetti). Ma è così difficile uscire dall’isola…

3 commenti:

  1. e un giorno dio creò il pigneto!!!

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  2. Ansa d'approdo e molo di partenza, l'isola esite quando dall'alto del primo albero la voce urla Terraaaa Terraaaaa! ... l'estrema volontà del sogno che si trasforma in un luogo percorso da vitalità contrastanti da denomitori comuni. Riconosci l'amico e l'intruso. Ma anche questo non ti fa paura. Il terriotorio è segnato dalle proprie emozioni, accessibili o invalicabili a seconda dell'umore. Ed intorno il vociare indistinto segue percorsi ciondolanti, cullando sguardi e anime.

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  3. nasco su un'isola... scappo... e dove m ritrovo?? su un altra isola... pasoliniana...
    ramuni vessu!

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